domenica 21 maggio 2017

Sintesi progetto

               
Programma Funzionale
   
Scacchiera e Diagramma a blocchi





                 
Studio delle ombre
                        
Piante e Sezioni


Sketches


giovedì 4 maggio 2017

Contesto sociale e culturale



In relazione ad un approfondimento del contesto sociale e culturale, sono andata ad intervistare due ragazzi appassionati di bicicletta, e amanti della natura, Tiziano ed Andrea, giovani proprietari di Centocicli Bike shop, a via Filippo Arena 26. Lo scopo dell'intervista è raccogliere maggior informazioni possibili riguardo tutto ciò che concerne la vita del ciclista, avendo anche un punto di vista tecnico di chi vive quotidianamente le difficoltà in cui si può incorrere in una città problematica come Roma.


Mi fareste una breve presentazione di chi siete e cosa fate.

Andrea: Sono Andrea Marsilli riparo biciclette e faccio il ciclista, faccio riparazioni del nuovo dell'usato e assistenza. Vendiamo biciclette nuove ed usate. Faccio parte della Squadra Open Tour: 3 persone affermate nell'ambito ciclistico, che organizzano tour in giro per l'Italia


Tiziano: Sono Tiziano Menichini, il socio di Andrea


Come è avvenuta la scelta del locale?
Tiziano: Abbiamo scelto questo locale perchè era quello che aveva le dimensioni più adatte alle nostre esigenze, e la locazione più idonea in base alle nostre aspettative lavorative. La zona era prestabilita, Centocelle, in quanto zona più in espansione giovanile, e non solo, di Roma sud-est, nonchè quartiere dove ancora i prezzi sono abbastanza abbordabili, come anche San Lorenzo e Trastevere...

Andrea: ...Ma qua mancava un negozio di ciclismo e la densità di popolazione è molto alta

Quali problematiche avete affrontato per l'acquisizione del locale e l'apertura al pubblico?

Tiziano: La demenza senile del socio

Andrea: Gli fischia l'orecchio all'altro socio

(risate generali)

Tiziano: Le solite problematiche burocratiche per avviare la società, le firme per la varie autorizzazioni, i requisiti del locale, e poi i vari controlli che avremmo dovuto affrontare in base alle prescrizioni. Abbiamo dovuto allestire il locale in base alle loro richieste

Avete mai collaborato con enti, associazioni per l'organizzazione di eventi

Andrea e Tiziano: No. Quando organizziamo i tour preferiamo rimanere tra noi, più gente si mette in mezzo più problemi escono fuori, ma accettiamo chiunque abbia passione e ama stare all'aria aperta

Ultima domanda ragazzi. Secondo voi perchè Roma fa tanta fatica a diventare una città a misura di ciclista?

Andrea: Mancanza di infrastrutture ciclabili

Tiziano: Di base le piste ciclabili vengono costruite perchè il Tizio che deve raccogliere permessi e autorizzazioni, la progetta nel primo posto che gli capita, è per quello che spesso si incontrano tratti a caso realizzati poi senza impegno

Andrea: Che iniziano dal punto A e finiscono al punto B e ciò non ha senso

Tiziano: Non viene valorizzato l'interesse del ciclista e vengono fatti questi tronconi di ciclabili, poi non si dica che esistono le piste ciclabili a Roma

Andrea: Con il GRAB loro non fanno altro che collegare parti di Roma, con delle piste ciclabili che al 50% già esistono, solo si deve creare una continuità, non si può uscire dal Parco dell'Appia e trovarsi il semaforo con il marciapiede davanti. Si deve garantire la continuità di cui ha bisogno il ciclista


giovedì 30 marzo 2017

Imprinting


Il mio luogo d’imprinting è quella che io chiamo la
Casa delle Scale.
Principalmente sono rimasta colpita dal suo giardino. Un intreccio continuo di scalinate, con parapetto classicheggiante, dove si vede l’inizio ma non sembra mai arrivare una fine. Il giardino è appoggiato alla collina in una della insenature del lago.
La casa si trova alla fine del lungolago di Anguillara (dove ho vissuto praticamente tutta la mia vita), nascosta dietro l’ultima curva che porta alla fine della passeggiata. Capitava sovente la passeggiata di domenica, ed ogni volta speravo di arrivare dietro quella curva per poter ammirare con curiosità, ed anche un po’ paura, quelle scale che mantengono tutt’oggi l’incanto che mi aveva colpito all’epoca.
I miei occhi, e il mio cuore da bambina, le rendeva misteriose e proprietà di qualche essere stregato, o comunque spaventoso. Anche lo scenario su cui si affaccia l’abitazione, nascosta in cima alla scalinata, la presenza della principale chiesa del paese, stagliata lì in alto, l’infestante vegetazione (ancora oggi provo molta stima per il povero giardiniere; sì, ogni tanto il giardino era curato), e il fatto che non ho mai visto in tanti anni NESSUNO in quel giardino, ha sicuramente suggestionato la mia immaginazione.
Crescendo, con la maturata consapevolezza che in quella casa abbandonata la presenza di fantasmi, streghe e quant’altro, fosse abbastanza improbabile, ho iniziato a godere anche del lato artistico della scena che mi si presentava. La non curanza del cortile, all’epoca circa dieci anni fa, aveva permesso che la natura dominasse la pietra, inglobando le scalinate, e perfezionando nel tempo questa quinta tipo rudere nel bosco, che si fonde e si confonde. C’era un non so che di contemplativo e chimerico.
Ad osservarlo oggi con occhi più consapevoli e più informati, perde un po’ di quella magia che l’avvolgeva. La curiosità di entrarci (ho conosciuto i proprietari, ma ho visitato solo l‘abitazione) e la voglia di girare quella curva sono sempre le stesse, spinte dal fascino che le caratterizza.
Avete presente il quadro di Escher con le scale che salgono, scendono, si ribaltano e alla gente sembra non importare nulla e continua a fare quello che stava facendo? Ecco, pensando alla
Casa delle Scale è inevitabile l’associazione a quest’opera, e viceversa. Verso i 13/14 anni quando ho conosciuto la litografia, è stato come scoprire di prevedere il futuro.

In realtà ho anche un secondo luogo d’impring, ed è Castel di Tora.
Luogo d’origine dei miei genitori e dei miei nonni, è un paesino, nella Valle del Turano, popolato da circa cento abitanti in inverno, e in estate affollata meta caratteristica. Un immenso panorama montuoso verde viene tagliato da una lingua verde acqua (e non azzurro), un lago artificiale, che rende unico il paesaggio. Un tripudio di colori in primavera e in estate, tra ciliegi, vigne, meli, orti, susini, rovi di more, il lago e i tramonti che imbelliscono tutta la vallata. Io lo nomino come
Il Mio Posto nel Mondo, è un luogo anacronistico dove permangono le tradizioni e il rispetto della natura e l’amore per la terra sono ben instillati nelle menti di chi le vive.
Il riutilizzo delle vecchie stalle, evolute in bellissime casette di sassi, che creano un contesto continuo e variopinto, evita, o comunque rallenta il consumo di suolo lasciando l’ambiente naturale protagonista incontrastato del luogo. La natura, con la dirompenza dell’acqua, e il suo decidere sul costruito e di conseguenza su l’uomo, è chiaro quando con l’abbassamento dell’acqua escono fuori i resti di vecchi edifici, case, casali, ponti e mulini andando ad arricchire temporaneamente il paesaggio bucolico.


Questi sono i miei luoghi impressionanti: impressionanti per i ricordi a cui sono legati; impressionanti per le emozioni che mi suscitano; impressionanti per la bellezza che li contraddistingue; impressionanti per la loro semplicità, ma non banalità.

venerdì 24 marzo 2017

i miei compagni di viaggio

Marinilla Educational Park, Giancarlo Mazzanti





Impianto di Trattamento e Purificazione delle Acque, Steven Holl




lunedì 13 marzo 2017

Scelte progettuali



Sopralluogo 8Marzo

Quartiere Prenestino-Tor Sapienza

Ponte interrotto, Complesso residenziale Viale Morandi

UNLost territories # 25

UNLost territories # 27

UNLost territories # 28

MAAM





Alcune opere all'interno di Metropoliz

Sullo sfondo l'opera di Alice Pasquini che accoglie all'ingresso della ludoteca

Opera "Black Holes" di EPVS

Abitazione privata

Varie opere nei corridoi delle sale espositive

Installazione all'interno della mensa